Virtualizzare un sistema operativo per integrare due sistemi operativi: in questo caso Windows in Linux. Operazione non particolarmente difficile, da provare!
Avete mai sentito parlare di virtualizzazione dei sistemi operativi? Si tratta di una pratica piuttosto innovativa che va avanti da diversi anni ed è diventata uno degli argomenti più interessanti del mondo tecnologico.
Nel settore della virtualizzazione esistono due parole principali: consolidare le infrastrutture e ridurre il consumo energetico.Qual è l’idea di fondo della virtualizzazione? Semplicemente consiste nell’esecuzione contemporanea di almeno due sistemi operativi all’interno dello stesso server fisico. Servirà dunque un sistema operativo di base detto host, dove andrà installato il programma che permetterà di eseguire la virtualizzazione.
I software di virtualizzazione permettono quindi di creare una o più macchine virtuali, dotate di un sistema operativo ospite che potrà essere totalmente diverso dal sistema operativo principale. Le macchine virtuali comunicheranno con l’hardware tramite i software di virtualizzazione e verranno utilizzati come se fossero dei normali programmi che possono essere lanciati o chiuso all’interno del sistema che li ospita.
Ecco perché abbiamo detto che sarà possibile avere un host Linux o mac OSX su cui giri un sistema “Guest” Windows o viceversa. Infatti, il guest può essere anche Linux su sistema operativo Windows, tutto dipende dalle vostre esigenze personali.
In questo articolo sarà decritto in maniera approfondita il sistema di virtualizzazione, a confronto con diverse soluzioni disponibili in commercio a pagamento o gratuitamente. Il nostro scopo è quello di fornire una soluzione pratica che sia semplice per tutti e soprattutto a basso costo.
Avete deciso di installare un server Linux e magari avete già trovato anche il modo per integrarlo con un client di Microsoft, ma magicamente salta fuori un programma disponibile solo per Windows che offre la possibilità di semplificare la vita. Peccato che il programma trovato non risulti compatibile nemmeno facendolo partire con Wine, magari basterebbe solo un classico Windows Xp o Seven.
A questo punto è arrivato il momento di testare la virtualizzazione e la soluzione migliore per ridurre i costi e i tempi di questo lavoro si chiama VirtualBox. Si tratta di un prodotto della Oracle ed è disponibile gratuitamente e ovviamente supporta diversi sistemi operativi tra cui: Windows, MacOSX, Linux e Solaris.
Visitando il sito ufficiale di VirtualBox, troverete tutte le informazioni dettagliate sulle applicazioni e sulle possibili limitazioni riscontrate. Il panorama, per quanto riguarda i sistemi guest, è ancora più ampio: Windows, Linux, MacOSX, OpenSolaris, FreeBSD, DOS e la lista sarebbe ancora lunga. Per l'elenco completo potete consultare la pagina dedicata.
Vi consigliamo di partire con un sistema aggiornato, soprattutto sotto l’aspetto Kenel, successivamente l’operazione successiva sarà la seguente: $ yum install kernel kernel-devel kernel-headers
Gli header sono richiesti da Virtualbox che cercherà di installare solo alcuni specifici moduli di kenel. Vi consigliamo di installare il pacchetto DKMS e d ecco che i futuri aggiornamenti kernel e i moduli saranno ricostruiti senza particolari interventi:
yum install dkms
A questo punto per la costruzione dei moduli, sarà necessario procedere con l’installazione di Gnu Compiler e Gnu Maker, una buona occasione per aggiornare i pacchetti make, binutils, automake, autoconf. Ecco il comando da inserire :
yum install gcc make binutils automake autoconf qt SDL.
L’installazione di Virtual Box sarà piuttosto complesso, dovrete prelevare l’rpm dal sito del produttore e selezionate Fedora, selezionando la versione a 65bit. Possiamo verificare eventuali corruzioni o manipolazioni del pacchetto scaricato, ottenendo dal sito del produttore il suo checksum SHA256 (o MD5) e confrontandolo con quello ricavato dal file in nostro possesso:
1 $ sha256sum VirtualBox-4.0-4.0.4_70112_fedora14-1.x86_64.rpm
Superato il test possiamo procedere con l'installazione:
1 $ rpm -ivh VirtualBox-4.0-4.0.4_70112_fedora14-1.x86_64.rpm
A questo punto la creazione delle prima Virtual Machine sarà immediata, infatti, basterà seguire la creazione guidata, scegliendo il nome da assegnare, il tipo di sistema operativo e la versione.
Successivamente dovrete decidere la quantità di ram da assegnare, si tratta di un valore indicativo e non definitivo. Create un nuovo disco fisso: unità espansione o fissa? La prima soluzione potrà avere delle dimensioni limitate e poi potrà essere ampliato, nel secondo caso invece, sarà subito messo a vostra disposizione lo spazio desiderato.
A questo punto dovrete scegliere la posizione di memorizzazione e il nome di assegnare al file, confermate le scelte per il disco fisso e nella finestra successiva anche la conferma del riepilogo delle opzioni relative alla macchina virtuale. Se la procedura è andata a buon fine, potrete visualizzare una finestra con il nome della nuova Virtual Machine e visualizzare le sue impostazioni.
A questo punto è utile sapere che la modalità operativa predefinita è Network Adress Traslation, il sistema guest verrà collegato all’esterno ma ricordatevi che non potrete accedere ai servizi se non imposterete “ Port Forwarding” A questo punto Virtual Box si metterà in ascolto su una o più porte del sistema, ecco un esempio di importazione di port forwarding:
VBoxManage modifyvm “winxp” –natpf1 “guestservice,tcp,,1222,,3222”, il commando VboxManage è molto importante perché permetterà di impostare via riga di commando tutto quello che potrete configurare tramite l’interfaccia grafica.
E’ arrivato il momento di installare il sistema ospite, nel nostro esempio si tratta di Windows Xp. La procedura da seguire è la seguente:
Inserite il supporto nel lettore Cd/Dvd e Avviare, ecco la finestra wizard che vi seguirà in questa installazione, come se fosse stato avviato il boot da cd. Quindi da questo momento dovrete procedere come se fosse l’installazione di un sistema operativo all’interno di un computer nuovo. Terminata la procedura il sistema guest farà bella mostra di se' nella finestra di VirtualBox.
Esiste la possibilità di utilizzare al posto del cd l’immagine Iso, ma non sarà necessario effettuare la masterizzazione. Nella finestra Assistenze cliccate sull’icona che rappresenta una cartella e nella finestra successiva selezionate il disco del file d’immagine.
Spegnere la macchina virtuale del sistema ospitate sarà semplice e immediato:
cliccando il pulsante Star potrete salvare lo stato della macchina ( funzione molto simile all’ibernazione).
Inviare il segnare di arresto che equivale alla stessa procedura della pressione sul pulsante spegnimento dei computer moderni, oppure, spegnere la macchina che equivale a staccare il cavo di alimentazione.
Come vedete creare una virtualmachine non è poi tanto complicato. Siete pronti a farlo?