Cosa significa sexting

Un fenomeno strisciante che sta assumendo sempre piu' proporzioni preoccupanti a causa degli smartphone e a diversi software "sociali". Un argomento da leggere e diffondere, soprattutto per chi e' a contatto con adolescenti


Il termine sexting sta diventando sempre più diffuso, sopratutto fra gli adolescenti, che possono essere considerati i protagonisti di questa pericolosa moda.

La parola sexting deriva dall'unione di due termini della lingua inglese: sex (sesso) e texting (inviare messaggi di testo, nello specifico sms e mms). L'espressione è utilizzata per indicare l'invio di messaggi provocanti, foto in pose sexy e video dal contenuto spinto tramite mms o sfruttando le applicazioni per la messaggistica attualmente più famose, che vantano milioni di installazioni. Una di queste applicazioni, che sta diventando sempre più popolare, è descritta nel nostro articolo Snapchat è pericolosa (link), ne abbiamo ampiamente parlato per alcune gravi problematiche.

L'invio di contenuti spinti e provocanti avviene nella maggior parte dei casi tramite cellulare, ma non bisogna escludere a priori altri mezzi elettronici di comunicazione, come email, social network ed alcuni servizi online, che nascono per permettere agli utenti di restare in contatto con i propri amici o di conoscere nuove persone e che potrebbero trasformarsi rapidamente in uno strumento per dar vita ad un gioco proibito, molto amato dai teenager.

Cosa spinge i ragazzi al sexting?

Le risposte possono essere varie e quella più immediata è che gli adolescenti non si rendono conto dei rischi che corrono inviando materiale spinto di cui sono protagonisti. Dopo aver inviato virtualmente un qualsiasi contenuto non è più possibile in alcun modo controllare le successive condivisioni e non si può tener traccia di tutte le sue pubblicazioni.
Inviare una foto o un video ad una sola persona può dar vita ad una serie infinita di condivisioni ed il materiale inviato potrebbe finire nelle mani sbagliate. Anche con la massima impostazione sulla privacy nei social network come Facebook o Google+, (ad esempio), qualsiasi immagine immessa in rete è perfettamente replicabile. Il concetto dev'essere semplice: se rendo visibile una foto o un testo in rete non ne avrò più il controllo. Senza contare le tante possibilità che il vostro account possa essere hackerato con informazioni ed immagini rubate: visualizzare amici nascosti in Facebook, rubare la password di Facebook.

Situazioni ancor più gravi sono la condivisione di materiale osè solo per mettersi in mostra, talvolta stringendo relazioni virtuali con persone mai conosciute di persona, relazioni basate unicamente sul sexting. L'invio di foto esplicite e messaggi sessualmente spinti è diffuso anche fra le coppie, attratte da questo gioco proibito ed erotico. Anche in quest'ultimo caso, in cui sicuramente si ha fiducia nel proprio partner, si dovrebbe pensare a cosa potrebbe succedere nel caso in cui la relazione dovesse finire.

Sono sempre più frequenti i casi di studenti isolati o scherniti perché a scuola circolano contenuti privati inviati al proprio ragazzo o alla propria ragazza e stupidamente resi pubblici e alla portata di tutti. Il sexting può rovinare la reputazione di una persona e può porre fine alle sue relazioni sociali, allontanandola dal gruppo di amici.

Nel 2011 Eurispes e Telefono Azzurro hanno condotto un'indagine per valutare la diffusione del texting in Italia. Sono stati intervistati ragazzi e ragazze di età compresa fra i 12 e i 18 anni e dal sondaggio è emerso che un ragazzo su dieci ha ricevuto almeno un messaggio dal contenuto esplicito e il 6,7% ne ha inviato almeno uno. Sia maschi che femmine sono intrigati dal sexting e il fenomeno è più diffuso nella fascia di età 16 – 18 anni.

Al sexting è legato il fenomeno della sextortion.

Anche questo termine deriva dalla crasi di due vocaboli inglesi (sex e extortion) e viene utilizzato per indicare l'atto di costringere qualcuno ad inviare foto o video espliciti.

Il sexting è illegale, poiché rientra nella distribuzione di materiale pedopornografico. Questo significa che se ricevi un contenuto esplicito e lo condividi con la tua cerchia di amici minorenni commetti un reato. Se il materiale che invii viene condiviso in rete sei considerato una vittima, ma allo stesso tempo sei anche accusato di aver commesso reato, perché hai diffuso materiale pedopornografico, non importa che sia tu il soggetto o meno.

Ricorda inoltre che le conseguenze legali non sono le uniche che ti dovrebbero far riflettere prima di rendere pubblici contenuti spinti. Quando condividi una foto o un video che ti ritrae metti in gioco la tua reputazione. Prima di fare qualsiasi cosa pensa alle conseguenze che il tuo gesto potrebbe avere e poi agisci di conseguenza, valuta rischi e benefici ed evita se necessario.

Lascia un commento e ti risponderò!

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.