La burocrazia rallenta Internet veloce

Una gran quantita' di permessi per posare pochi chilometri di fibra ottica, come al solito in Italia la burocrazia rallenta ogni iniziativa…

lavori di fibra ottica telecom

La banda ultralarga in Italia procede a passo di lumaca, ma spesso non è colpa di Telecom Italia o dei provider privati, non c'è neanche un problema di fondi tutto sommato, ciò che rallenta davvero la diffusione è il solito problema: la burocrazia locale.

10 chilometri di fibra ottica e 23 permessi

Mediamente occorre una autorizzazione ogni (circa) 400 metri di cavo (nei casi peggiori). I finanziamenti dello Stato finalmente ci sono, oltre a quelli delle società private, ma la burocrazia mette continuamente i bastoni fra le ruote impedendo che l'Italia scali la classifica tecnologica europea: siamo al 25esimo posto, avanti solo a Bulgaria, Romania e Grecia.

Sorprese dalle regioni del Sud

Il ritmo di posa dei cavi in fibra ottica è molto rallentato, attualmente, difficile che possano essere rispettati i tempi di una posa completa entro il 2020 almeno nelle zone con più alta densità abitativa. Da segnalare, comunque, che regioni come Calabria e Campania, negli ultimi tempi, hanno attuato con una certa celerità il piano delle infrastrutture ottiche. In ritardo, stavolta, alcune regioni del Nordest come Trentino, Friuli e Veneto. Anche nel Nord Ovest le cose non vanno meglio: in ritardo Piemonte e Val d'Aosta. Un'Italia capovolta, questa volta.

Procedure complesse per lavori molto semplici e limitati

La posa dei cavi in fibra ottica avviene con mini-trincee di appena 40 cm, l'impatto sul manto stradale è davvero contenuto, esistono macchinari che fanno quasi tutto in automatico: apertura, posa fibra, chiusura. Bastano poche ore per posare qualche chilometro di fibra e riprisitinare tutto, ma purtroppo il “regolamento scavi” è rimasto molto indietro rispetto a questa tecnica veloce. Addirittura in molti comuni italiani si richiede la stessa pesante documentazione che viene prodotta per lavori molto invasivi come fognature e tubi di gas.

Arpa, Anas, enti provinciali, privati, è possibile arrivare davvero alla richiesta di ben 23 autorizzazioni diverse per fare un lavoro di poche ore ad impatto quasi 0 sul traffico e disagi per la popolazione del città interessata. Addirittura spesso vengono richieste delle fidejussioni, per eventuali danni, garanzie che al termine dei lavori non vengono sbloccate rapidamente, ma solo dopo anni, rendendo così pesantissimo il conto economico per chi deve eseguire queste opere tecnologiche.

Non c'è un regolamento unico, si procede a macchia di leopardo

Nelle stesse regioni spesso ci sono comuni con una burocrazia più veloce ed intelligente ed altri comuni molto lenti ed ottusi, con dirigenti che non si rendono neanche conto della bassa invasività di questi lavori di posa di fibra ottica. I costi con la burocrazia aumentano in maniera esponenziale e spesso rallentano investimenti e sviluppo.

La Calabria, a tutt'oggi, risulta la regione più cablata (lo avreste mai creduto?). Oltre il 64% delle case e quasi la metà dei comuni è ormai raggiunta dalla banda ultralarga, la Puglia invece indossa la maglia nera per ritardi notevoli che probabilmente faranno fallire l'obbiettivo del 2020.

Anche per Internet veloce la burocrazia soffoca lo sviluppo

Occorrerebbe semplificare le procedure, svecchiare alcune normative per questi lavori veloci nel manto stradale. I vantaggi che avrebbero i cittadini e le aziende si ripercuoterebbero poi su tutta la società.

Il rischio, ancora una volta, è che la burocrazia italiana soffochi lo sviluppo. Occorre subito che la propagazione della digitalizzazione non venga rallentata, ma forse è anche un problema di cultura e conoscenza: molti dirigenti e tecnici comunali neanche si rendono bene conto della enorme rivoluzione delle fibre ottiche.

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