Nella ormai nota querelle tra Fbi ed Apple per i dati crittografati ed irraggiungibili, irrompe il giudizio tecnico di Edward Snowden
Ormai tutti conoscono la vicenda dei dati crittografati ed impossibili da esplorare (secondo l'FBI) immagazzinati in un iPhone appartenuto ad un terrorista. Nell'articolo scoprire password di un iPhone, ne avevamo parlato, spiegando anche come la Procura di Milano fosse riuscita ad hackerare un iPhone con iOS 8, mentre con un sistema operativo iOS 9 non fosse ancora possibile.
Edward Snowden interviene ed afferma che è tutto falso
Snowden è intervenuto in un video collegamento in occasione di un importante evento informatico, l'ex analista informatico della NSA (che fra l'altro ha rivelato al Mondo il programma segreto di controllo Prism) è andato giù pesante affermando che l'FBI non ha alcuna necessità di una collaborazione della Apple per “bucare” l'iPhone 5 di Syed Rizwan Farook, uno dei degli autori della strage di San Berardino.
Nei giorni successivi Snowden è tornato sull'argomento tramite alcuni tweet ed ha precisato che, nonostante un grave errore dell'FBI che ha resettato per sbaglio la password dei backup iCloud, l'agenzia di investigazione americana può tramite alcune tecniche riuscire a prelevare i contenuti crittografati nello smartphone azzerando il contatore del codice di sicurezza.
Perchè l'FBI ha montato questo caso se è inesistente?
Snowden è certamente uno degli esperti più famosi al mondo in termine di sicurezza informatica, anche perchè ha lavorato per anni all'interno dei servizi di sicurezza statunitense ed ora è “ospitato” in Russia dove gli hanno concesso asilo politico. Nel caso fossero vere le drivelazioni di Snowden, rimane di capire perchè sia stata creata tutta questa bagarre con battaglie legali che una volta hanno dato ragione all'FBI e in un'altra sentenza ragione alla Apple.
Una delle ipotesi più accreditate è quella di “convincere” pubblicamente anche i terroristi che il sistema operativo iOS 9 sia davvero impenetrabile, così a renderlo un canale informativo privilegiato per azioni terroristiche, mentre gli informatici dei servizi di sicurezza in realtà hanno già le chiavi per accedere. Tutto sommato una mossa che piacerebbe anche ad Apple: un beneficio pubblicitario certamente da considerare.
Ricordiamo ancora una volta che negli Stati Uniti è presente una legge, la Patriot Act, che “costringe” le più grandi aziende informatiche statunitensi a collaborare per la sicurezza nazionale. Alla luce di tutto ciò le dichiarazioni di Edward Snowden non sembrano proprio campate per aria.