Rintracciare un telefono anche se ha cambiato sim è una procedura possibile ed utilizzata dalla polizia
Il caso del terrorista Battisti ha portato alla luce la possibilità che la polizia possa fare indagini e tracciare un telefonino anche se cambia più volte la sim. Ecco come fanno.
Le indagini della polizia criminale hanno sempre utilizzato, come pietra angolare, i numeri telefonici delle utenze che effettuano conversazioni o anche scambi di messaggi.
La possibilità di cambiare scheda sim in un telefonino o anche la disponibilità di più dispositivi mobili ha reso molto più difficile la tracciabilità. I tecnici allora hanno deciso di effettuare un controllo sui codici Imei (acronimo di International Mobile Equipment Identity). Questa sigla corrisponde ad lunga sequenza numerica che identifica in maniera univoca ogni dispositivo di telefonia mobile.
Le prime cinque delle 15 cifre identificano l’azienda produttrice e le altre sei cifre sono il vero numero di serie del cellulare o smartphone. Grazie a questo codice è possibile scoprire quante e quali schede sim sono state utilizzate o anche quali sono quelle attive.
In conclusione, telefonare anche cambiando sim, non è mai una buona idea, perché ormai cambiare più volte sim, ma utilizzare lo stesso telefono, è un errore tecnico (dal punto di vista del criminale) diventato banale.
Leggi anche: trovare codice Imei del telefonino
Il codice Imei è importante conoscerlo per il proprietario del dispositivo perché consente anche di bloccare il telefono in caso di furto o smarrimento.
Esiste anche un altro codice identificativo meno conosciuto
Un altro numero etichettato come Imsi (International Mobile Subscriber Identity), è memorizzato direttamente nella sim ed invia impulsi con determinati intervalli alla rete per registrare la posizione e l’identità.
Imsi è composto da 18 cifre: le prime tre identificano la nazione di appartenenza, le successive 2 o 3 cifre identificano l’operatore telefonico, gli altri numeri servono ad identificare con certezza l’utente.
Il codice ICCID è un altro codice identificativo
Questo codice è stampato direttamente sulla scheda sim ed è facilmente visibile. Acronimo di Integrated Circuit Card Identifier è composto da 19 cifre e come già accade negli iban bancari, include anche una cifra di controllo generata con l’algoritmo di Luhn.
ICCID identifica la sim all’interno del network di rete. E’ necessario conoscerlo quando fate un trasferimento ad altro operatore che deve disattivare questo codice ed attivare il nuovo codice ICCID su una nuova scheda.
Il codice ICCID deve essere segreto per tutti, perché con questo numero è possibile, grazie ad alcune tecniche, clonare il vostro telefono telefonando poi come se foste voi e leggere anche tutto il traffico telefonico del vostro dispositivo.
Il Mac address altro numero che identifica il vostro dispositivo se vi collegate ad Internet
(Mac significa Media Access Control), ossia 48 bit (sei caratteri alfanumerici) che identificano la scheda di rete dell’apparato (stessa cosa avviene anche nei Pc e tablet). Anche questo è un numero unico al Mondo, nessuno lo può avere uguale, è il metodo più facile per rintracciare un telefonino in Internet, perché questo numero è necessario “esibirlo” alla rete per poter poi navigare in Internet.
Quando un dispositivo si collega a WiFi aperti o creati da enti pubblici e/o esercizi commerciali, il telefono “invia” comunque il suo Mac address che viene obbligatoriamente registrato dai router utilizzati.
Oltretutto tenete presente che il Mac address può essere “condito” con altri dati incrociati creando nuove possibilità di opportunità investigative.
Un interessante articolo è anche: come scoprire se il nostro telefono è spiato.
Una cosa da segnalare: è vero che il Mac Address rimane registrato sul router di una determinata rete Wi-Fi e non è inviato pubblicamente al provider telefonico. Quindi è difficile fare indagini: “aprire” manualmente decine di migliaia di router per sapere se un telefonino di un indagato è passato per un centro commerciale.
Allo stesso tempo, però, considerate che quasi la totalità dei router, spesso in aree pubbliche, sono forniti con macchine standard inviate dallo stesso provider telefonico. Ci giunge voce, che per sicurezza, gli stessi provider telefonici possano poi accedere e creare liste di Mac Address ed eventualmente inviarli alle autorità inquirenti per una analisi.
Un tentativo per ingannare la posizione del proprio smartphone è stato descritto in un altro articolo.
Una volta “localizzato” il dispositivo, che non effettua mai telefonate, e invece utilizza lo stesso Wi-Fi pubblico, è possibile esaminare altri dispositivi come le telecamere degli esercizi, per continuare a cercare di rintracciare l’individuo sotto indagine.
Leggi anche: consigli per uno smartphone sicuro