La rottura di una relazione amorosa può essere difficile e anche dolorosa. Ma non giustifica mai la vendetta.
La vendetta, “revenge porn”, può essere può essere qualcosa di molto difficile da spiegare logicamente. Immaginate che la persona che avete amato decida di vendicarsi in modo spregevole devastando la vostra vita.
Esiste una varietà di modi con cui un amante disprezzato potrebbe esprimere il proprio risentimento, ma nell’era del digitale, la porno-vendetta sta diventando uno strumento devastante che fa molto male.
La definizione di “revenge porn” è praticamente la condivisione di materiale privato, sessuale, sia foto o video, di un’altra persona senza suo consenso, con lo scopo di causare imbarazzo o angoscia”.
Uno dei casi più recenti e noti sono le foto e video della deputata Giulia Sarti.
In questa vendetta digitale potrebbero essere incluse anche informazioni personali aggiuntive con immagini o video che vengono pubblicati. Questa combinazione può rendere una persona estremamente vulnerabile e anche metterla in pericolo. Come minimo, provoca un disastro psicologico nella vittima.
Uno dei casi più clamorosi è stato quello di Tiziana Cantone e il suo suicidio, ma tante ragazze sono state coinvolte in queste vicende, devastando per sempre le loro vite.
Perché le persone fanno questi attacchi violenti?
Sentirsi feriti e traditi può causare rabbia e spingere ad infliggere lo stesso tipo di dolore alla persona che l’ha causato. Controllare questi impulsi può essere difficile per alcuni, il “revenge porn” può essere considerato come l’ultima occasione di ferire e mettere in forte imbarazzo chi vi ha lasciato.
Alcuni studi condotti sulla porno della vendetta e su coloro che l’hanno commesso, hanno identificato alcuni tratti comuni associati a coloro che hanno creato questo tipo di azioni. Gli autori del “revenge porn” mostravano una generale mancanza di empatia per gli altri e nessuna preoccupazione per un comportamento così offensivo.
La crescente accettazione del porno ormai diffuso, gioca un ruolo nel “revenge porn” e anche aumentare l’opportunità che si verifichi. Il desiderio di infliggere dolore alla persona che lo causa, esponendola in modo intimo e imbarazzante, può sembrare accettabile per coloro che fanno del porno un’abitudine regolare.
A causa della desensibilizzazione che il porno provoca, molti considerano le cose come il sexting o il video di momenti intimi, un’espressione appropriata di affetto o desiderio. Questo porta ad una mancanza di comprensione e di connessione con il vero dolore e danni che la pubblicazione di tali momenti privati può causare.
La diffusione del porno può quindi contribuire ad una diminuzione dell’empatia per gli altri, a vedere le azioni di vendetta del porno come giustificate, piuttosto che sbagliate.
Cosa si può fare contro il revenge porn?
Non è facile rispondere a questa domanda. Un buon inizio, tuttavia, è quello di fare del proprio meglio per evitare che questo genere di vendetta possa accadere in futuro. Sia gli uomini che le donne possono essere vittime del “revenge porn”, ma il più delle volte sono le donne ad essere i bersagli. Evitare di essere ripreso o fotografato in situazioni intime sarebbe la scelta più saggia, per molte ragioni.
Questo, naturalmente, non tiene conto di coloro che vi registrerebbero o vi fotograferebbero di nascosto, senza il vostro consenso.
Revenge Porn, Facebook ne è invasa
Nonostante Facebook, da molto tempo, combatta questo fenomeno, le pagine del social network continuano ad avere numerose pagine di “revenge porn”. In un solo mese, quello di Gennaio, sono stati rilevati ben 54 mila casi in tutto il Mondo.
Facebook riesce ad essere abbastanza tempestivo, rimuovendo le immagini e chiudendo gli account, ma essendo un social network immenso, con 2 miliardi di iscritti, i tempi di reazione non sono mai istantanei.
Una delle prove di questo è il video dell’attentato in Nuova Zelanda che è rimasto online su Facebook per qualche ora, prima d’essere rimosso.
Facebook è coinvolta anche in numerosi casi di ricatti sessuali, cyber-criminali che tentano di estorcere soldi a persone che hanno diffuso volontariamente delle immagini intime a persone online.
Come Facebook combatte il revenge porn
Zuckerberg ha deciso di potenziare al massimo la possibilità di bloccare sul nascere questi gravi problemi. Nuovi algoritmi potenziati da intelligenza artificiale identificherà immagini che potrebbero essere causa di questi gravi abusi.
L’intelligenza artificiale dovrebbe quindi rilevare in automatico questi indegni attacchi alle persone e bloccare istantaneamente foto e video. In seguito, personale addestrato, esaminerà i contenuti per confermare la violazione degli standard di sicurezza e disabilitare l’account che aveva creato questo tipo di contenuto.
Speriamo solo che non siano i soliti “lanci pubblicitari” e che Facebook disponga davvero di una tecnologia simile. Qualche dubbio rimane, ma solo il tempo potrà confermare o smentire le dichiarazioni ufficiali di Facebook.
Rimane il fatto che tutti noi dobbiamo comprendere che chi subisce questo tipo di tradimento non ha colpe e che soprattutto avrà la propria vita sconvolta. Ciò si rifletterà pesantemente in tutte le sue future relazioni.