Una nuova generazione di device "blindati" sta agitando il sonno della sicurezza USA: per la prima volta sono davvero inviolabili, da chiunque
Il nuovo iPhone6 ha suscitato tante discussioni tra i fan e detrattori del marchio Apple. C'è a chi piace molto, a chi invece critica la troppa flessibilità dell'iPhone più grande (a rischio rottura nelle proprie tasche), c'è chi si chiede se il nuovo sistema operativo iOS8 abbia delle falle e sia affidabile.
Il governo USA ha invece subito posto l'attenzione su un particolare di fondamentale importanza per loro: questa nuova generazione di device digitali non sono più intercettabili dai servizi segreti e polizia.
Anche Google con Android seguirà la stessa strada
Il governo USA, dopo le prime dichiarazioni dell'azienda di Cupertino che affermava del nuovo sistema di criptaggio (attivabile dall'utente) ha cercato di contattare la Apple per avere delle specifiche su questo nuovo sistema. La risposto pare sia stata ferma e risolutiva: neanche la stessa azienda può superare questa impostazione e non esistono attualmente backdoor o scorciatoie per accedere alle informazioni stipate nel device.
Anche Google (ben conscia del potere di marketing di una simile iniziativa) si è messa sulla stessa scia ed ha dichiarato che le prossime nuove versioni di Android non saranno più intercettabili.
Occorre precisa che per le aziende USA vige la legge del Patriot Act, e cioè sono obbligate a collaborare con i servizi segreti per la sicurezza nazionale. Questa legge verrebbe quindi “aggirata” affermando che l'azienda stessa non può più collaborare, poichè gli stessi produttori del sistema operativo sono nell'impossibilità di accedere alle informazioni stipate nei device.
FBI contro Apple
James Comey, a capo della notissima agenzia investigativa, ha dichiarato che è troppo pericolosa una iniziativa simile, “è come vendere un armadio senza avere la possibilità di aprirlo in caso di emergenza, magari con un bambino chiuso dentro”.
Il problema vero, però, è che in passato si è troppo abusato dei sistemi di indagine violando senza problemi etici la privacy di ogni utente. Ne avevamo già parlato in diversi articoli, assolutamente da leggere, come Prism il programma segreto che controlla Internet, e anche tutti spiati in Internet.
Per non parlare poi dei disastri provocati dagli stessi servizi segreti la verità sullo scandalo Datagate. Tutti episodi venuti alla luce che avevano poi provocato una inevitabile reazione: come la casella elettronica svizzera gratuita di ProtonMail, l'email anti-intercettazione NSA.
Gli eccessi dello spionaggio tecnologico della NSA statunitense
Inevitabile che le aziende operanti nel Web avrebbero reagito, prima o poi; la privacy del cliente è uno strumento di marketing formidabile, avere la fiducia totale dell'utente che spende un sacco di soldi per l'ultimo prodotto tecnologico è essenziale per avere il consenso del mercato (sempre più competitivo).
Inoltre, come già detto, le aziende con sede legale fuori dagli USA non sono soggette al Patriot Act e questa differenza avrebbe prima o poi comportato un problema di fiducia per le aziende statunitensi.
Attualmente sembrerebbe che per poter “accedere” ai dati crittografati nel device, la NSA americana (servizi segreti) ci metterebbe ben 5 anni e mezzo con l'attuale potenza dei propri computer. Un calcolo che comunque viene contestato da alcuni esperti informatici “perchè attualmente non siamo a conoscenza della potenza operativa dei super-computer a disposizione dei servizi segreti”.
Alcuni analisti affermano che la partita non è chiusa: il braccio di ferro tra il governo degli Stati Uniti e le due maggiori aziende del paese, Apple e Google, è appena iniziato. Vedremo come andrà a finire.