Pensioni da Gennaio si cambia

Da Gennaio 2013 cambieranno un po' di cose dal vecchio regime pensionistico e verranno via via introdotte le nuove regole della riforma Fornero. Cerchiamo di semplificare e chiarire i nuovi aspetti della riforma pensionistica


Non tutti sanno che che da Gennaio 2013 cominceranno ad entrare in funzione molti aspetti della “riforma Fornero”. In realtà il vecchio regime pensionistico ha già convissuto con con quello nuovo, ma da Gennaio 2013 ci sarà una accelerata.

Una delle novità principali è che, a scelta, un lavoratore potrà lavorare anche fino a 75 anni. Qualcuno potrà anche optare per questa soluzione, certamente nei lavori meno usuranti, ma di certo non sarà gradita alle aziende, questa nuova opportunità.

Come molti di voi sapranno nel 2012 potevano andare in pensione tutti i lavoratori che nel 2011 era arrivati (grazie alla vecchia legge) a maturare la pensione, dovevano comunque aspettare la famigerata “finestra mobile“, cioè un'attesa di 18 mesi per i lavoratori autonomi e di 12 mesi per i lavoratori dipendenti. Quindi, a parte gli esodati, si può ben dire  che il vecchio regime farà sentire al massimo i suoi effetti fino a Giugno 2013.
Con la “riforma Fornero” la conseguenza sarà che aumenterà in maniera notevole (per non dire incredibile) l'età necessaria per maturare la pensione.
Prima della riforma si poteva restare al lavoro al massimo fino a 65 anni, ora l'azienda non potrà opporsi se il lavoratore intenderà rimanere fino a 75 anni (ma questo su base volontaria).

Ad inserire la quarta marcia per l'aumento dell'età pensionistica è stata proprio la Fornero dopo i primi adeguamenti creati dai ministri del governo Berlusconi: Tremonti e Sacconi. Dal prossimo Gennaio per andare in pensione di vecchiaia saranno necessari una età minima di 66 anni e 3 mesi per il pubblico impiego e dipendenti privati. Possibilità di lasciare il lavoro a 62 anni per le dipendenti privati, ma tutto ciò si esaurirà nel 2018.

Da Gennaio occorrerà tenere presente che aumenterà il limite per la pensione d'anzianità: 42 anni e 5 mesi per gli uomini, 41 anni e 5 mesi per le donne. Da segnalare, inoltre, che se un lavoratore uscirà prima di raggiungere i 62 anni subirà una decurtazione dell'assegno pensionistico: 1% per ogni anno fino ai primi due, seguirà poi una decurtazione del 2% in casi maggiorativi del limite.

A fronte di queste notizie “negative” c'è un piccolo spiraglio per i giovani: infatti per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 sarà possibile andare in pensione di vecchiaia con tre anni in anticipo, a 63 anni.

Ad ogni modo se volete tentare un calcolo automatico di quanto andrete in pensione abbiamo approntato una pagina, cliccate qui: calcolo online pensione.

Carlo Allevi

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