Stiamo creando un mostro? Telegram rilancia sulla crittografia con una tecnologia che verra’ al piu’ presto implementata. Un articolo da leggere
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Dal punto di vista del numero di utenti tra WhatsApp e Telegram, le due celebri chat gratuite su smartphone, non c’è partita: Whatsapp ha almeno 7/8 volte il numero degli utenti di Telegram. Nel campo invece dell’innovazione WhatsApp è indietro, ad esempio solo da poco WhatsApp ha attivato la crittografia end-to-end nelle chat, mentre Telegram già lo faceva da tempo.
Telegram vuole rimanere capofila nella innovazione tecnologica e adesso rilancia con un annuncio del suo CEO, Pavel Durov: ben presto verrà implementata in Telegram la crittografia P2P. Cosa significa esattamente? Non è difficile spiegarlo, mentre con la classica crittografia end-to-end si raggiungono comunque elevati standard di sicurezza, rimane il fatto che questo tipo di crittografia non può essere sicura in assoluto. La motivazione è che parti del messaggio crittografato passano comunque attraverso i server di riferimento dell’app.
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La crittografia peer-to-peer, invece, non prevede e non può prevedere alcun intermediario, poichè il messaggio si crea e si distrugge in continuazione passando in un circuito di infiniti device connessi alla rete dove sarà impossibile seguirne la traccia. E’ la stessa metodologia implementata per la rete Tor, la rete degli hacker e di chi deve assolutamente risultare irrintracciabile.
Nell’immagine sotto si può ben comprendere il meccanismo: nella figura a sinistra i messaggi con la crittografia end-to-end che comunque si appoggiano ad un server ben definito, nella seconda immagine i messaggi finiscono in una “rete” di device che aprono e chiudono il passaggio rendendo impossibile tracciare l’intera comunicazione. Il tutto renderà decisamente impossibile una eventuale decrittazione.
Un’altra cosa da considerare è che senza un server definito Telegram non potrà più essere bloccato da governi o da gravi disfunzione tecniche sui server di origine. In passato abbiamo avuto notizie di nazioni come la Turchia o il Brasile che per diversi motivi avevano “bloccato” l’uso di determinati social come Facebook o Whtasapp. Con questa nuova implementazione anche una eventuale censura tecnica a livello nazionale non sarà più possibile.
In passato abbiamo già fatto un articolo sulle due app dal titolo: meglio Telegram o WhatsApp?