La tecnologia NFC si sta espandendo sempre più su smartphone e tablet. Ma a cosa serve? Ed è veramente utile?
A cosa serve NFC?
Il principale utilizzo di questo standard è stato inizialmente progettato per eseguire piccoli pagamenti con il cellulare. Tutto avviene in modo veloce e pratico: basta avvicinare lo smartphone o tablet dotato di questa tecnologia ad un dispositivo predisposto e in pochi istanti potrete pagare con un conto collegato alla vostra carta di credito. Ultimamente, se ci fate caso, in molti Mac Donald (anche in Italia) è previsto questo tipo di pagamento, la cifra è limitata fino a 20 euro o poco meno.
A differenza del Bluetooth non occorre attendere secondi, a volte minuti per una eventuale sincronizzazione tra i due dispositivi, ma il tutto è rapido ed immediato, senza attese.
Il vantaggio principale è la rapidità della transazione (senza dover tirare fuori la carta di credito) e soprattutto l’esercente non potrà mai sapere il numero della vostra carta con quindi una maggiore sicurezza: tutto sarà gestito elettronicamente dalla banca che riceverà direttamente (senza intermediari) gli impulsi da questo specie di Pos elettronico dotato di NFC.
La distanza di contatto e funzionamento tra due dispositivi è di circa 10 cm, e come dicevamo, soprattutto le transazioni bancarie o chiavi elettroniche, sono crittografate ad altissimo livello impedendo ogni “lettura” esterna.
Non solo pagamenti rapidi con NFC
In realtà questa tecnologia trasmissiva è una vera e propria chiave elettronica difficilmente scardinabile perchè utilizza un chip integrato nel dispositivo mobile. Quindi potrà essere usato anche per accedere ad aree riservate, carta d’imbarco in aeroporto, chiavi di una stanza d’albergo o anche di una automobile presa a noleggio, convalida elettronica di biglietti per il trasporto pubblico e tanto altro ancora.
NFC può anche essere programmato con relativa facilità per scopi privati: come attivazione e disattivazione antifurto casa, controllo istantaneo dei consumi di contabilizzatori elettronici, informazioni di viaggio attraverso appositi trasmettitori, documenti elettronici come carta d’identità, tessera sanitaria, passaporto elettronico. Le possibilità sono tantissime.
Naturalmente NFC può essere tenuto spento nel caso non vi interessi l’utilizzo.
NFC funziona in Italia?
In realtà anche nel nostro paese cominciano ad esserci i primi tentativi di pagamento con questa tecnologia (che come abbiamo visto non serve solo per transazioni monetarie). La Banca Intesa San Paolo ha annunciato di aver lanciato terminali intelligenti con il pagamento NFC, in molti Mac Donald italiani (come già detto) sono attivi dei pos con questa tecnologia, in alcune grandi città, come Milano e Torino, hanno già sperimentato la convalida di titoli di viaggio attraverso questa tecnologia.
Certo, come al solito c’è da combattere la solita atavica diffidenza tutta italiana, ad esempio l’uso delle carte di credito fra gli italiani ha impiegato diversi anni prima di diventare un titolo di pagamento comune, ma la forza di NFC è d’essere estremamente duttile, sicuro e molto veloce. Molti pronosticano un veloce successo, in diversi campi.
Problemi di sicurezza NFC
I ricercatori hanno evidenziato qualche problema di sicurezza in smartphone o tablet aperti con i privilegi di root, di solito tutti i dispositivi mobili sono venduti senza possibilità di root, ma gli utenti più smaliziati spesso li “aprono” seguendo alcuni guide pubblicate su Internet. In questo caso la tecnologia NFC potrebbe non più essere molto sicura nei pagamenti.
C’è comunque da dire, che anche con dispositivi mobili aperti al root, è comunque davvero difficile intercettare la trasmissione dati, perchè la distanza di funzionamento è molto ristretta (4-10 cm), un eventuale criminale informatico dovrebbe “appiccicare” uno scanner sul vostro smartphone mentre fate la transazione e lo notereste immediatamente.
Comprerete allora il vostro prossimo smartphone dotato di chip NFC?