Il fallimento di Yahoo

A molti questa notizia arrivera' improvvisa come uno choc: eppure, per chi conosce bene i meccanismi, e' solo la naturale conseguenza di errori giganteschi fatti pochi anni prima

Yahoo fallimento

Ormai non manca molto: Yahoo ha i mesi contati, avvitata in una spirale di crisi senza fine continua a precipitare verso il suolo. L'atterraggio, come in tutte le catastrofi, non sarà morbido e ormai anche i giornali non specializzati in tecnologia cominciano a parlare di una crisi irreversibile di Yahoo, è solo questione di tempo.

Yahoo, il portale dei portali, quel sito che dal 1995 ha introdotto miliardi di persone di tutto il Mondo ad Internet, il pioniere delle tecnologie digitali, nato quando ancora i creatori di Google frequentavano il liceo e la loro massima aspirazione era di uscire con una ragazza carina,sì il portale dei portali finirà presto nel dimenticatoio, come sono finiti Altavista, Netscape, Compuserve, Lycos e tanti altri. E magari sarà raggiungibile solo tramite l'immenso cimitero digitale del Web: Archive.org.

3 Miliardi di dollari di acquisizioni non sono stati sufficienti

Marissa Mayer, la chief executive officer che arrivava dalla stessa Google, non è riuscita nel difficile compito di far invertire la “picchiata” di Yahoo. Il portale continua a generare profitti, ma sono molto al di sotto della linea di sopravvivenza e tutti i tentativi di ristrutturazione sono praticamente destinati a fallire.

L'inizio della fine è cominciato nel lontano 2008, quando l'amministratore delegato e co-fondatore Jerry Yang rifiutò, quasi sdegnato, una offerta di 47,5 miliardi di dollari da parte di Microsoft per una acquisizione-collaborazione. Pochi mesi dopo lo stesso Yang fu costretto a dimettersi proprio a causa di questo assurdo rifiuto.

Ormai una gran parte di valore di Yahoo è residente nella partecipazione del colosso cinese delle vendite online Alibaba, gli azionisti di Yahoo sono stufi di continuare a versare soldi nelle casse della società per immaginari rilanci. Le azioni di Yahoo sono sprofondate ed è ormai prossimo un violento attacco da parte degli azionisti per azzerare consiglio di amministrazione ed intera dirigenza. Una volta deciso chi sarà davvero a comandare, Yahoo sarà spolpata vendendo le sue partecipazioni, i profitti verranno incassati per “cauterizzare” le ferite delle ingenti perdite subìte negli anni scorsi e Yahoo non esisterà più, o perlomeno solo come un pallido ricordo di quel che è stato.

A meno di miracoli, di veri miracoli, probabilmente ben presto Yahoo farà parte di quel cimitero digitale dove “riposano” società che non sono riuscite ad innovarsi, a capire i momenti, a perdere occasioni cruciali. Youtube, ad esempio, sopravvive ed è in grande forma perchè ha capito, ad un certo punto, che se voleva continuare a vivere ed ingrandirsi doveva entrare nell'orbita di Google; Jerry Yang ha invece attuato una orgogliosa mossa protezionistica ed ha distrutto per sempre la sua meravigliosa creatura.

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