Internet, rete mondiale nata per garantire libero accesso a tutti gli utenti del globo e per permettere una libera diffusione delle informazioni, non riesce spesso a svolgere appieno il suo compito, a causa delle restrizioni di vari paesi…
Le restrizioni digitali applicate in varie parti del Mondo impediscono agli internauti, residenti nel paese che ha disposto la censura, di accedere a determinati siti web, di effettuare ricerche su argomenti oscurati e, in generale, di condividere le informazioni senza alcun limite.
Anche se in Italia si è cercato più volte di porre alcuni limiti, fortunatamente questi tentativi si sono rivelati inutili. Noi internauti Italiani dobbiamo essere felici e possiamo essere fieri di vivere in un paese che garantisce il libero accesso e la libera diffusione delle informazioni. In Italia ognuno può effettuare senza alcuna censura qualunque ricerca desideri, approfondendo sia temi quotidiani, sia argomenti più scottanti, ad esempio questioni politiche ed economiche.
Sfortunatamente non in tutti i paesi del mondo la situazione è come quella Italiana e fin troppo spesso i governi cercano di stabilire alcuni limiti nella navigazione. I motivi sono tanti e variano soprattutto in base alla situazione politica dello stato: dove vige una dittatura, anche se velata, si teme che gli abitanti possano organizzare rivolte sfruttando Internet come luogo di ritrovo (è quello che è successo in Tunisia e in Egitto). Tutto questo spinge i governi a bloccare i più famosi social network, in particolare Twitter e Facebook, strumenti perfetti per tenersi in contatto. Alcuni paesi hanno posto blocchi anche per Skype e per l'applicazione di messaggistica gratuita Whatsapp.
Nei paesi più ricchi, ad esempio la Turchia e la Cina, il motivo principale della censura è voler mostrare ai paesi esteri solo gli aspetti migliori e, al tempo stesso, impedire ai propri cittadini di leggere le notizie politiche scritte dai paesi esteri riguardanti il paese che applica la censura. Questo è quello che accade in Cina: il governo cinese non vuole che i cittadini leggano notizie occidentali, perché temono che i cinesi possano lasciarsi influenzare dal giudizio che emerge da questi articoli. Parallelamente il governo cinese vuole anche impedire agli occidentali di accedere liberamente ai siti cinesi, limitando l'accesso ai soli portali approvati dalla classe politica. Non solo, più volte Google ha denunciato intromissioni governative cinesi negli account Gmail, spesso usati dai dissidenti cinesi.
Nei paesi arabi è applicata una censura volta a bloccare l'accesso a specifici argomenti, impedendo agli utenti di accedere ai siti web che ne trattano. Fra questi troviamo il porno, il gioco d'azzardo, attività illegali, armi illegali ed altri temi simili.
Vediamo ora dettagliatamente l'elenco dei paesi in cui è applicata censura:
-
La Cina è sicuramente fra i paesi con maggior censura: famosa per il suo “Great FireWall”, gli internauti cinesi possono accedere “liberamente” solo ai portali approvati dal governo. I social network Facebook, Twitter et similia sono bloccati totalmente e sono sostituiti da servizi cinesi simili ed ovviamente controllati dal governo. Google viene utilizzato solo da una ristretta cerchia di utenti che, grazie a speciali server proxy, riescono ad eludere la censura. Gli internauti medi, invece, sono costretti ad usufruire di motori di ricerca cinesi e non possono assolutamente effettuare ricerche su argomenti scottanti.
-
Corea del Nord: l'accesso completo ad Internet è praticamente impossibile. Solo una piccola frazione di coreani (il 4% circa) ha il “privilegio” di accedere ad una rete intranet, che permette loro di visitare una manciata di siti web gestiti dagli organi statali. Solo ai turisti, in alberghi specifici, viene concesso il libero accesso ad Internet.
-
Iran: tutti i social network sono oscurati e l'unico modo per accedervi è aggirare la censura con server proxy speciali e con software VPN. L'Iran ha annunciato di voler creare una rete Internet privata, per garantire accesso ai suoi abitanti, ovviamente monitorando tutte le loro attività in rete.
-
Paesi Arabi: la censura è applicata su determinati temi, fra i quali politica, porno, attività illegali e gioco d'azzardo. Molti blogger con idee in contrasto con quelle della classe dirigente sono stati arrestati ed il drammatico fenomeno sembra non voler giungere ad una conclusione.
-
Turchia: la censura è iniziata con il blocco di Twitter, che dovrebbe essere seguito dalla scelta di oscurare tutti i social network e molti siti web politico-economici occidentali.
-
Cuba: il paese si è avvicinato da poco al mondo di Internet ed attualmente l'unico modo per accedervi è attraverso i computer di alcune strutture pubbliche. Queste permettono a tutti di usufruire dei dispositivi e della rete, a patto che ci si registri e ci si identifichi ad ogni accesso.
-
Eritrea: è fra i paesi in cui le libertà ed i diritti del cittadino sono ridotte al minimo. Le autorità competenti possono, ad esempio, accedere alle email di qualsiasi utente, senza dover chiedere alcun tipo di autorizzazione. L'accesso ad Internet è molto limitato e solo una ristretta cerchia di persone naviga periodicamente in rete.
In questi paesi, per sfuggire alla censura, si usano software anonimi come Tor, non sempre funzionano nei paesi “limitati”, ma spesso riescono ad aprire un varco verso il mondo libero.