Alexa ascolta tutte le conversazioni in casa
Nel caso tu abbia deciso di comprare un “home assistant” come Alexa, comincia a renderti conto che Amazon ti “pedina” molti di più di quanto tu possa pensare. La maggior parte della gente non si rende conto che Alexa registra tutto quello che si dice in casa.
Qualcuno ascolta a a casa tua e archivia le registrazioni di tutto ciò che viene detto. Ma chi è? Amazon con il suo assistente Alexa e i suoi altoparlanti Echo, dotati di microfoni.
Una cosa molto importante da sapere è che non è possibile impedire ad Amazon di registrare le tue conversazioni con Alexa.
Molti possessori di altoparlanti intelligenti “home assistant” ancora non se ne rendono bene conto, ma Amazon conserva una copia di tutto ciò che Alexa registra dopo aver sentito il suo nome, ma non solo!
Amazon, Siri di Apple, e fino a poco tempo fa anche l’assistente di Google, di default mantengono le registrazioni per aumentare ed addestrare le proprie intelligenze artificiali.
Non ci credete, cliccate qui, per ascoltare parte della vostra vita che è stata registrata da Alexa. Scoprirete molte conversazioni “sensibili” che sono state immagazzinate nei server Amazon, anche quando Alexa non era stata chiamata direttamente, ma si è attivata comunque, non si sa per quale motivo.
Occorre cominciare a capire che strumenti del genere saranno sempre più invasivi nelle nostre vite. Ora che questi apparecchi si stanno espandendo in tutte le case in modo esponenziale sarà meglio non ripetere gli stessi errori che abbiamo commesso con Facebook. Ricordate sempre che, seppur remotamente, tutti i dati personali raccolti potrebbero essere utilizzati contro di noi.
Cancellare le registrazioni delle nostre conversazioni
Alexa dovrebbe cominciare a registrare ciò che sente ogni volta che si esclama la “parola d’ordine” – “Alexa! -. In realtà non è proprio così, spesso si attiva senza il legittimo richiamo. Amazon afferma di conoscere il problema e d’aver migliorato, negli ultimi tempi, il riconoscimento del richiamo. Sarà vero? Dobbiamo davvero fidarci di una multinazionale che fattura miliardi di dollari?
E’ possibile impedire ad Alexa di registrare? La risposta di Amazon è un po’ incerta, sinceramente: “I clienti hanno il controllo”, ma il prodotto è particolare. È possibile comunque cancellare manualmente le registrazioni, ma occorre ricordarsi di farlo. Soprattutto se volete cancellare alcune conversazioni particolarmente sensibili. Non si può impedire ad Amazon di registrare, a meno di scollegarlo o metterlo in “muting”, ma in questo caso sarebbe un soprammobile inutile.
Amazon rispetta i propri utenti?
Amazon afferma che le registrazioni nelle nostre case servono per migliorare i prodotti, non per venderli. (Stessa cosa la afferma Facebook, che strano.) Occorre però sempre ricordare che più dati personali rimangono in giro, più i rischi aumentano. Negli Stati Uniti alcuni giudici hanno cominciato ad emettere dei mandati per le registrazioni accumulate da Alexa.
E’ notizia di poche settimane fa che alcuni dipendenti di Amazon ascoltano le registrazioni per addestrare l’intelligenza artificiale. Amazon ha confermato ed informato ulteriormente che, alcuni di questi dipendenti, hanno anche accesso alle informazioni di localizzazione dei dispositivi.
Non solo Amazon registra le nostre conversazioni, lo fa anche Apple, che comunque è più attenta alla privacy delle case intelligenti, conservando copie delle conversazioni con Siri. Apple afferma che tutte le informazioni vocali sono praticamente casuali e non identificano in alcun modo l’autore della conversazione. Anche qui, dobbiamo fidarci di una multinazionale che fattura miliardi di dollari? Perché semplicemente Apple non fornisce la possibilità di non memorizzare le nostre registrazioni?
Interrompere la registrazione su Google Assistant
Google sembra molto più avanti rispetto ai suoi concorrenti per la salvaguardia della privacy dei propri utenti. L’anno scorso ha cambiato le sue impostazioni predefinite per non registrare ciò che sente dopo il prompt “Hey, Google”. Potrete verificare e regolare le vostre impostazioni da questo link.
Una cosa che proprio non si riesce a comprendere è come questi apparecchi possano “spiarci” quando occorre sempre richiedere il permesso per registrare privati in ogni parte del Mondo.
La cosa più incredibile è che questi apparecchi, soprattutto Amazon, condividono con altre aziende gran parte di questi dati raccolti nelle nostre case. Collegare un apparecchio intelligente come un termostato, smart tv e altri apparecchi simili, al sistema Alexa Amazon, significa che Bezos avrà accesso ad altri tuoi dati. I nostri dati sono il mezzo di scambio (obbligatorio) per i dispositivi che vogliono interfacciarsi con Alexa.
Non puoi impedire ad Amazon di raccogliere dati sui dispositivi domestici intelligenti collegati ad Alexa.
Google Assistant raccoglie anch’esso dati sullo stato dei dispositivi collegati, ma l’azienda dice che non memorizza la storia di questi dispositivi, anche se qui occorre fidarsi sulla parola.
Apple è più attenta alla privacy: raccoglie il minor numero di dati possibile. Il suo software HomeKit non riporta ad Apple alcuna informazione su cosa stia accadendo nella nostra casa intelligente.
Intelligenza artificiale ed apprendimento
E’ certamente vero che l’IA ha bisogno di dati sempre più abbondanti per diventare più intelligente. I sistemi di elaborazione del linguaggio naturale di oggi hanno bisogno di “istruire” i propri algoritmi sui vecchi dati per imparare. Senza un facile accesso ai dati, il loro progresso potrebbe rallentare.
Allo stesso tempo, però, molti esperti di informatica si rifiutano di ospitare nelle proprie case uno di questi prodotti intelligenti, pronti a captare le nostre conversazioni. Evidentemente ci sarà un valido motivo.
Tutti i nostri dati dovrebbero continuare ad appartenerci ed invece stiamo aprendo una enorme breccia tra le nostre mura domestiche.
Molti utenti di questi attrezzi tecnologici non hanno ancora capito che stanno riempiendo le proprie case con aiutanti digitali sempre più “impiccioni”. Se ne parla poco di questo problema, eppure, prima o poi dovremo fare i conti con questa realtà “spiata” quotidianamente. Aspettiamo quindi il prossimo scandalo stile Cambridge Analytica.
Occorre anche tener presente che neanche avendo un Alexa in casa potremmo essere al sicuro, perché nostri amici potrebbero parlare di noi davanti ad uno di questi strumenti. Leggete ad esempio il scioccante articolo: privacy a rischio anche se non sei su Facebook.
Una soluzione potrebbe essere quella di vendere i propri dati personali in modo consapevole e farci qualche soldino.