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Viene bloccato il Wi-Fi in una scuola per il malore di una ragazzina. Gli altri genitori si oppongono e vanno in tribunale.
Ripristinare il servizio Wi-Fi o no? Un tribunale il 6 Marzo dovrà esprimersi sulla richiesta di alcuni genitori che non ritengono valida la motivazione del blocco nella loro scuola.
Per proteggere una bimba, con problemi di epilessia, dalle onde elettromagnetiche, il tribunale di Firenze nelle settimane scorse aveva disposto, senza contraddittorio e in via precauzionale, lo spegnimento del sistema Wi-Fi nell’intero istituto.
A pochi giorni dalla chiusura, sono intervenuti i genitori degli altri bambini affermando che “è stata resa impossibile la normale attività didattica, con gravi disagi all’interno dell’istituto”.
In poco tempo è partita una richiesta ad un tribunale di riferimento che ripristini immediatamente la rete Wi-Fi poiché l’ordinanza di blocco è stata fatta senza alcuna perizia al di sopra delle parti e/o validamente motivata.
Il giudice, nei primi giorni di Marzo, sentite le ragioni della scuola, potrà revocare, modificare o confermare il dispositivo. Il servizio Internet, ovviamente potrebbe comunque essere garantito anche da impianti via cavo che evitano la produzione di campi elettromagnetici (d’altronde una volta era sempre così in uffici e scuole).
La bambina con problemi di epilessia aveva accusato un malore durante le lezioni di informatica. Gli altri genitori sono intervenuti e vogliono ora sapere dal tribunale “se si tratti di un caso di diritto alla salute” o “invece una richiesta di un ennesimo ‘no vax-tecnologico”.
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Effettivamente, il provvedimento è stato preso a causa di “possibili danni fisici in conseguenza della diffusione delle onde elettromagnetiche”, ma non è mai stata redatta una perizia tecnica al di sopra delle parti che motivi la chiusura della connessione Wi-Fi in tutta la scuola.
L’assenza del Wi-Fi rallenta ed impedisce le normali attività previste, che vanno dalle procedure di registrazione delle assenze e di comunicazione dei pasti alle mense, fino all’impossibilità di usare le lavagne interattive multimediali e all’interruzione dei supporti didattici per i bambini con dislessia certificata.
E’ anche vero che si potrebbe, invece di stendere cavi in tutta la scuola (lavoro lungo, difficile e costoso) utilizzare la stessa corrente elettrica come strumento di distribuzione del segnale e da lì poi via cavo. Ne abbiamo parlato nell’articolo: distribuire Internet tramite corrente elettrica.
In passato avevamo già discusso di questa tematica con l’articolo: il Wi-Fi è pericoloso?
In conclusione: chiudere il Wi-Fi, che ha emissioni molto basse, rispetto alle vere bombe elettromagnetiche delle connessioni telefoniche cellulari lascia piuttosto perplessi.
E’ anche probabile che con una perizia tecnica si scoprirà che in quella scuola ben più alte emissioni elettromagnetiche arrivano dall’esterno e quelle non si potranno bloccare.
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