Perché non decolla la vendita e l’utilizzo dell’auto elettrica? Scoprite in questa guida la realtà delle cose e che nessuno vi dice apertamente. I fattori che influenzano negativamente il mercato dell’elettrico per evitare sorprese e guidare con consapevolezza.
L’auto elettrica rappresenta il futuro della mobilità, ma la transizione verso questa tecnologia è costellata di sfide concrete. Se da un lato l’impatto ambientale ridotto e i minori costi di esercizio promettono un’esperienza di guida più sostenibile ed economica, dall’altro aspetti come il prezzo d’acquisto, la disponibilità delle infrastrutture di ricarica e, soprattutto, l’autonomia reale dei veicoli rappresentano ancora dei freni significativi per molti consumatori. Un dato su tutti solleva interrogativi: l’autonomia dichiarata dalle case automobilistiche, spesso basata sul ciclo di omologazione WLTP (Worldwide Harmonised Light Vehicle Test Procedure), non corrisponde quasi mai all’esperienza reale su strada.
In questo articolo saranno elencati i veri problemi riscontrati dai clienti che già utilizzano l’auto elettrica e i fattori oggettivi che ancora rendono questo mezzo impraticabile per l’utilizzo su vasta scala
1. Costo iniziale:
- Le auto elettriche, a parità di categoria, hanno un prezzo di acquisto generalmente superiore rispetto alle auto con motore a combustione interna (benzina, diesel, ibride). Questo rappresenta un freno significativo per molti acquirenti, soprattutto in un contesto economico incerto.
- Sebbene esistano incentivi statali in molti paesi (in Italia, ad esempio, ci sono stati e ci sono ancora, ma spesso con limitazioni di prezzo e disponibilità fondi), questi non sempre compensano del tutto la differenza di prezzo.
2. Autonomia e ansia da ricarica:
- L’autonomia delle batterie, ovvero la distanza percorribile con una sola carica, è ancora un fattore limitante per alcuni utenti. Anche se le autonomie sono in costante aumento, la paura di rimanere senza carica, soprattutto durante lunghi viaggi, è un timore diffuso (la cosiddetta “ansia da autonomia” o “range anxiety”).
- Questo timore è accentuato dalla relativa scarsità di infrastrutture di ricarica, soprattutto in alcune aree geografiche (ad esempio, in Italia c’è una distribuzione non uniforme delle colonnine di ricarica, con una maggiore concentrazione al nord).
3. Tempi di ricarica:
- Ricaricare un’auto elettrica richiede più tempo rispetto a fare il pieno di carburante. Anche con le ricariche rapide, il tempo necessario è comunque superiore a qualche minuto. Questo può essere un problema per chi ha bisogno di percorrere lunghe distanze in tempi brevi.
- La disponibilità e l’affidabilità delle colonnine di ricarica rapida sono ancora in fase di sviluppo.
4. Infrastrutture di ricarica:
- Come accennato, la rete di infrastrutture di ricarica è ancora in fase di espansione in molti paesi. La mancanza di colonnine di ricarica pubbliche, soprattutto in aree extraurbane e in alcune zone urbane, rende meno agevole l’utilizzo di un’auto elettrica.
- Anche l’installazione di colonnine private in condomini o abitazioni private può presentare delle difficoltà burocratiche o logistiche.
5. Costi di manutenzione e durata delle batterie:
- Sebbene le auto elettriche abbiano meno componenti meccanici rispetto a quelle tradizionali e quindi richiedano, in teoria, meno manutenzione, c’è ancora una certa incertezza sui costi di manutenzione a lungo termine, soprattutto per quanto riguarda la sostituzione delle batterie.
- La durata delle batterie è un tema dibattuto. Sebbene le batterie moderne abbiano una buona durata (spesso garantita per diversi anni o chilometri), la preoccupazione per la loro sostituzione e il relativo costo influisce sulla decisione di acquisto.
6. Informazione e cultura:
- C’è ancora una certa disinformazione sulle auto elettriche e sui loro vantaggi. Molti consumatori non conoscono i benefici in termini di minori costi di esercizio (carburante/energia e manutenzione), incentivi fiscali e impatto ambientale.
- La cultura automobilistica è ancora molto legata al motore termico, e c’è una certa resistenza al cambiamento da parte di alcuni consumatori.
7. Produzione e approvvigionamento:
- La produzione di batterie per auto elettriche richiede l’utilizzo di materie prime critiche, la cui estrazione e lavorazione possono avere impatti ambientali e geopolitici.
- La capacità produttiva di batterie e di auto elettriche è in aumento, ma potrebbe non essere ancora sufficiente a soddisfare una domanda in rapida crescita.
8. Strategie delle case automobilistiche e politiche governative:
- Le strategie delle case automobilistiche e le politiche governative giocano un ruolo cruciale. Investimenti in ricerca e sviluppo, produzione di modelli più accessibili, politiche di incentivazione e sviluppo delle infrastrutture sono fondamentali per favorire la transizione verso la mobilità elettrica.
Un punto davvero importante e spesso sottaciuto:
La discrepanza tra l’autonomia dichiarata dalle case automobilistiche (solitamente secondo il ciclo WLTP, Worldwide Harmonised Light Vehicle Test Procedure) e l’autonomia reale che gli utenti sperimentano su strada. Purtroppo, è una problematica ben documentata e diffusa.
Perché c’è questa differenza?
Il ciclo WLTP è un test standardizzato che viene eseguito in laboratorio, in condizioni controllate, con parametri specifici:
- Temperatura: Temperatura ottimale, senza condizioni climatiche estreme (freddo o caldo eccessivo che influenzano negativamente l’efficienza della batteria).
- Velocità: Velocità medie relativamente basse, con poche accelerazioni brusche e velocità costante.
- Carico: Auto scarica, senza passeggeri o carico extra.
- Condizioni ideali: Nessun utilizzo di sistemi energivori come aria condizionata, riscaldamento, fari, tergicristalli, ecc.
- Pneumatici: Pneumatici specifici a bassa resistenza al rotolamento.
- Percorso standardizzato: Percorso prestabilito che non rispecchia necessariamente le reali condizioni di guida quotidiana (traffico, strade di montagna, autostrada, ecc.).
Quindi, il WLTP fornisce un dato comparativo tra le diverse auto, ma non rispecchia fedelmente l’autonomia reale.
Fattori che influenzano l’autonomia reale:
- Stile di guida: Una guida sportiva, con frequenti accelerazioni e frenate, consuma molta più energia rispetto a una guida fluida e costante.
- Velocità: A velocità elevate, la resistenza aerodinamica aumenta notevolmente, incrementando il consumo di energia.
- Condizioni climatiche: Temperature estreme (sia caldo che freddo) influiscono negativamente sull’efficienza delle batterie. Il freddo, in particolare, può ridurre significativamente l’autonomia.
- Utilizzo di sistemi di bordo: L’uso del climatizzatore (soprattutto il riscaldamento), dei fari, del sistema di infotainment e di altri dispositivi elettronici contribuisce al consumo di energia.
- Tipo di percorso: Percorsi urbani con frequenti stop and go possono essere più efficienti per le auto elettriche grazie alla frenata rigenerativa, mentre i percorsi extraurbani e autostradali, con velocità più sostenute, consumano di più.
- Topografia: Percorsi con salite e discese influenzano il consumo e la rigenerazione di energia.
- Carico: Il peso dei passeggeri e del carico trasportato influisce sul consumo.
- Usura della batteria: Con il tempo e l’utilizzo, la capacità della batteria diminuisce, riducendo l’autonomia.
Conferme dalle esperienze in rete:
Numerose testimonianze di utenti, test indipendenti e prove su strada condotte da riviste specializzate confermano che l’autonomia reale è spesso inferiore a quella dichiarata WLTP. La differenza può variare significativamente, ma in molti casi si attesta intorno al 20-30% in meno, e in alcuni casi, soprattutto in condizioni estreme o con uno stile di guida molto sportivo, può arrivare anche al 40-50% o più.
Ad esempio 600 km dichiarati che diventano 300-350 km reali non è un caso isolato e rientra nelle casistiche che si possono osservare nella pratica.
Il mito delle emissioni “0”
Si parla spesso di auto elettriche come veicoli a “emissioni zero”, ma questa definizione, seppur diffusa, non è del tutto precisa. Se è vero che non emettono gas di scarico durante l’utilizzo, il loro impatto ambientale non è nullo. La produzione delle batterie, l’estrazione delle materie prime, la fonte di energia elettrica utilizzata per la ricarica e lo smaltimento delle batterie stesse sono tutti fattori che contribuiscono all’impronta ecologica di un veicolo elettrico. In questa parte della guida analizzeremo a fondo il “falso mito” delle emissioni zero, esaminando l’intero ciclo di vita delle auto elettriche per comprendere appieno il loro reale impatto ambientale e confrontarlo con quello delle vetture tradizionali
1. Emissioni legate alla produzione:
- Estrazione e lavorazione delle materie prime: La produzione delle batterie richiede l’estrazione di litio, cobalto, nichel e altri metalli, spesso in condizioni ambientali e sociali problematiche. L’estrazione e la lavorazione di queste materie prime comportano emissioni di CO2 e altri inquinanti, oltre a potenziali danni agli ecosistemi.
- Produzione della batteria e dell’auto: Anche la fabbricazione delle batterie e l’assemblaggio dell’auto stessa richiedono energia e processi industriali che generano emissioni.
2. Emissioni legate alla produzione di energia elettrica:
- Mix energetico: L’impatto ambientale di un’auto elettrica dipende in larga misura dalla fonte di energia elettrica utilizzata per la sua ricarica. Se l’elettricità proviene da fonti rinnovabili (eolico, solare, idroelettrico), l’impatto è significativamente inferiore. Tuttavia, in molti paesi, una parte consistente dell’energia elettrica è ancora prodotta da combustibili fossili (carbone, petrolio, gas), il che comporta emissioni di CO2 e altri inquinanti.
- Efficienza della rete di trasmissione: Anche la trasmissione e la distribuzione dell’energia elettrica comportano delle perdite, che si traducono in un maggiore consumo di energia e quindi in maggiori emissioni a monte.
3. Emissioni “nascoste”:
- Produzione dei pneumatici: La produzione e l’usura dei pneumatici contribuiscono all’inquinamento atmosferico attraverso il rilascio di microplastiche e altre particelle. Questo vale sia per le auto elettriche che per quelle tradizionali, ma è un aspetto spesso trascurato quando si parla di “emissioni zero”.
- Smaltimento delle batterie: Lo smaltimento delle batterie esauste rappresenta una sfida importante. Se non gestito correttamente, può avere un impatto ambientale significativo a causa della presenza di metalli pesanti e altre sostanze pericolose. Tuttavia, il riciclo delle batterie è in fase di sviluppo e sta diventando sempre più efficiente, consentendo il recupero di materiali preziosi.
Quindi, le auto elettriche sono davvero “pulite”?
Nonostante questi aspetti, è importante sottolineare che, nel complesso, le auto elettriche hanno un impatto ambientale inferiore rispetto alle auto con motore a combustione interna, soprattutto considerando l’intero ciclo di vita del veicolo. Diversi studi e analisi del ciclo di vita (LCA) lo dimostrano.
- Minori emissioni dirette: L’assenza di emissioni allo scarico contribuisce significativamente alla riduzione dell’inquinamento atmosferico nelle aree urbane, con benefici per la salute pubblica.
- Potenziale di riduzione delle emissioni nel tempo: Con la crescente diffusione delle fonti rinnovabili e il miglioramento delle tecnologie di riciclo delle batterie, l’impatto ambientale delle auto elettriche è destinato a diminuire ulteriormente nel tempo.
E’ importante anche considerare che quasi tutti gli studi concordano sul fatto che, nel lungo termine (oltre i 100.000 km e soprattutto oltre i 150.000 km), le auto elettriche presentano un vantaggio ambientale significativo rispetto alle termiche, grazie alle minori emissioni durante l’utilizzo e alla progressiva decarbonizzazione del settore energetico. Occorre quindi, comunque, una lunga percorrenza per diventare competitive nelle emissioni inquinanti.
È importante essere consapevoli:
È fondamentale essere consapevoli che il termine “emissioni zero” è una semplificazione. Le auto elettriche non sono completamente prive di impatto ambientale, ma rappresentano comunque un passo importante verso una mobilità più sostenibile. Per massimizzare i benefici ambientali, è necessario:
- Promuovere l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili: Incentivare la produzione e l’utilizzo di energia eolica, solare, idroelettrica e altre fonti pulite.
- Migliorare le tecnologie di riciclo delle batterie: Investire nella ricerca e nello sviluppo di processi di riciclo sempre più efficienti per recuperare i materiali preziosi e ridurre l’impatto ambientale dello smaltimento.
- Considerare l’intero ciclo di vita del veicolo: Valutare l’impatto ambientale non solo delle emissioni allo scarico, ma anche della produzione, dell’utilizzo e dello smaltimento.
Conclusioni:
Come hai visto nei risultati di ricerca precedenti, ci sono test su strada che misurano l’autonomia reale delle auto elettriche. Ad esempio, InsideEVs ha condotto un test su diverse auto, rilevando differenze significative tra l’autonomia WLTP e quella reale. In alcuni casi, la differenza ha superato il 30%. Anche altre fonti, come Virgilio Motori riportano dati simili.
Quando si valuta l’acquisto di un’auto elettrica, è fondamentale considerare non solo l’autonomia dichiarata, ma anche i fattori che possono influenzare l’autonomia reale. È utile consultare test indipendenti, recensioni di utenti e forum online per avere un’idea più precisa delle prestazioni reali del veicolo in diverse condizioni di utilizzo. Per quanto riguarda le emissioni “0”, queste avvengono davvero solo dopo un lungo utilizzo, appena escono dalla fabbrica queste auto non sono ad emissioni “0”.
Ad ogni modo la discrepanza tra autonomia dichiarata e reale è un aspetto importante da tenere in considerazione. Nonostante i progressi tecnologici, è ancora fondamentale essere consapevoli dei fattori che influenzano l’autonomia e informarsi accuratamente prima dell’acquisto.