Da una recente indagine, su Facebook, circa 3 profili ogni minuto diventano inattivi per diversi motivi. Una delle cause principali è l’improvviso decesso dell’utente, quando accade occorre che i familiari seguano delle precise procedure per chiudere l’account inattivo…
Attualmente, sempre secondo questa ricerca, circa il 5% di questi profili vengono definiti “zombie”, in pratica l’utilizzatore non può più usarli, ma allo stesso tempo rimangono aperti mentre i familiari vorrebbero chiuderli o al limite comunicare a tutti che il loro caro non potrà più essere presente tramite il social.
In passato avevamo già affrontato questo problema con l’articolo account Facebook in caso di morte. In pratica nell’articolo si spiega che ogni utente può impostare una sorta di testamento digitale affinché, un parente o un caro amico possano poi accedere se accade qualcosa di irreparabile.
Un’altra idea era quella di inserire una specie di conto alla rovescia: nel caso in un intero anno non pubblichiate o non accediate al vostro account, il profilo verrebbe cancellato automaticamente (opzione per ora attiva solo sul social di Google). Non ancora disponibile su Facebook e probabilmente il social in blu non è d’accordo a ridurre i suoi numeri automaticamente.
Ad ogni modo la problematica si pone quando l’utente non è stato “previdente”, sia non organizzandosi prima del decesso, sia non comunicando mai a nessuno le proprie password di Facebook.
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Molte cause negli Stati Uniti per i profili inattivi
In america la questione è molto dibattuta, casi di account di persone decedute hanno provocato il ricorse al giudice poiché comunque il social non concedeva l’accesso a questi profili ormai inattivi per sempre. Le sentenze non sono state sempre favorevoli ai parenti e ci sono state diverse interpretazioni giuridiche.
Articolo 9 Testo unico della Privacy
In Italia c’è una disposizione di Legge ben precisa a cui i parenti possono affidarsi. L’articolo 9 del Testo Unico sulla Privacy consente ai familiari di rivolgersi direttamente al provider fornitore del servizio di disattivare il profilo. Allo stesso tempo è possibile chiedere di trasformare il profilo attivo in un profilo commemorativo che disabilita molte funzioni, ma rimane comunque visibile in ricordo dell’utente scomparso.
Leggere i messaggi scritti dagli utenti di Facebook
Nel caso i familiari vogliano, invece, leggere i messaggi privati arrivati al deceduto dopo il grave evento, la cosa è meno lineare. E’ pur vero che la stessa Legge, citata sopra, impone comunque ai provider di consegnare i dati personali ai familiari ma nel caso queste norme non vengano ottemperate occorrerà rivolgersi al giudice.
Bitcoin, soldi virtuali, file con diritti d’autore
Nel caso invece si parli di veri e propri riscontri economici, come ad esempio, potrebbero essere dei Bitcoin, un deposito di soldi in Paypal o anche nei casinò online, magari anche dei file musicali o testuali creati dal deceduto, occorrerà fare invece ricorso al vero e proprio testamento. Il provider non è autorizzato a dare l’accesso se non tramite una vera e propria esecuzione testamentaria o comunque secondo le leggi di successione.
Un articolo con tematica un po’ diversa, scritto in passato, riguarda, invece, quando volete cancellare una persona e tutti i messaggi in un colpo solo. La “morte virtuale” di un ex (ad esempio) cancellandolo di colpo dalla memoria del vostro profilo Facebook.