Sembra proprio ci sia una novità con la famosa querelle delle bollette telefoniche a 28 giorni. Si potrebbe aprire una metodica di risarcimento per tutti i consumatori che sono stati “taglieggiati” da questa tariffa speciale… ma ci sono delle limitazioni, non è per tutti…
Il divieto delle bollette a 28 giorni è stato ormai definitivamente promulgato tramite il decreto fiscale del 4 Dicembre. In pratica gli operatori telefonici dovrebbero tornare alla vecchia fatturazione mensile, ma non solo, ci sarebbe anche lo spazio per richiedere un rimborso.
Un rimborso di 19 euro a testa per i consumatori
Secondo il noto sito di SosTariffe.it, l’importo medio da dover sborsare, da parte degli operatori telefonici (solo per i nuovi clienti 2017) ammonterebbe ad oltre 1.160.000 euro. Sempre seguendo questi calcoli mediati ogni utente ha pagato 2,09 euro al mese, circa 26,45 euro in un anno, in più. Da un successivo rapido calcolo il rimborso medio dovrebbe aggirarsi quindi a circa 19 euro a testa.
La delibera Agcom (n. 498/17/CONS)
In effetti la delibera pare abbastanza chiara: gli operatori telefonici sono tenuti a “stornare gli importi corrispondenti al corrispettivo per il numero di giorni che, a partire dal 23 giugno 2017, non sono stati fruiti dagli utenti in termini di erogazione del servizio a causa del disallineamento fra ciclo di fatturazione quadri-settimanale e ciclo di fatturazione mensile”.
Una domanda sorgerà spontanea a chi legge questo articolo: perché solo dal 23 giugno? La risposta è che la precedente delibera Agcom aveva imposto il ritorno alla fatturazione 30 giorni entro la data sopra indicata. Poichè nessuno dei provider telefonici interessati ha eseguito la delibera, ora i consumatori dovranno ricevere lo storno dalla data indicata.
Rimborso direttamente in fattura
Sempre SosTariffe.it ha stimato la cifra di storno che dovrebbe essere inserita direttamente nella fattura o conto del cliente. Il rimborso però riguarda solo le linee telefoniche fisse e non le linee mobili dei cellulari.
Per quanto riguarda la telefonia mobile e le ricaricabili dovrebbero comunque essere incluse nel ritorno alla fatturazione 30 giorni, ma senza rimborsi, esclusi gli abbonamenti promozionali a carattere temporaneo di durata inferiore a un mese e non rinnovabile.
Ad ogni modo, se i calcoli sono giusti, sulle compagnie telefoniche potrebbe gravare un rimborso totale di oltre 1.168.000 euro solo per quanto riguarda i contratti del 2017.
Le compagnie telefoniche hanno comunque fatto ricorso al TAR per bloccare questa pratica di rimborso automatica ed occorrerà attendere il giudizio del tribunale amministrativo regionale.